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PREFAZIONE di D. Umberto Trame a La Conca dell’Alpago nelle Dolomiti Orientali, 1932
Ammiratore e assiduo frequentatore dell’Alpago, dove, ogni volta che io vado, rilevo nuove bellezze recondite, dirò io pure, ripetendo le parole del Sommo Poeta, che, se non il lungo studio, valsemi il grande amore a farmi scrivere le pagine seguenti che contengono un itinerario turistico dell’Alpago, con descrizione compendiata dei paesi che si attraversano: itinerario posto in principio del libro per l’interesse che desta ai dì nostri il turismo; raccolgono alcune notizie storiche, frutto di pazienti ricerche, seguite dalla geografia della Regione, con particolare accenno ai Comuni, alle escursioni dai loro paesi, alle cose notevoli in essi contenute e agli uomini illustri che hanno dato; fanno conoscere gli usi e i costumi di un tempo, le abitudini presenti della popolazione e mettono in evidenza il tallone d’Achille della Regione; cioè le sue frane, che, in questi ultimi anni, per le autorevoli cure dello Stato, vanno lentamente consolidandosi e rivestendosi d’erbe e di alberi con la sistemazione dell’intero bacino montano.
Dell’Alpago ben pochi si occuparono e solo indirettamente, per ragioni particolari.
Principalmente Giorgio Piloni, nella sua Storia narrante i fatti della Città di Belluno dai tempi preromani al 1600 e ristampata recentemente per cura dei signori Dottor Luigi Alpago-Novello, Avv. Alessandro nob. da Borso e Avv. Rodolfo Protti, ha qualche accenno più o meno lungo all’Alpago.
Un Numero Unico pubblicato nel 1922 a Puos, per l’inaugurazione delle campane, al quale collaborarono il Direttore del Museo Civico di Belluno Avv. Nob. A. da Borso ed altri studiosi, reca un po’ di luce sul suo passato.
Nella guida a Le Dolomiti Orientali del Prf. Antonio Berti v’è un capitolo dedicato ai suoi monti, ma solo poche parole alla conca e ai suoi paesi che, d’altronde, esulano dallo scopo di quel poderoso lavoro.
Pure sulle montagne dell’Alpago, divise nei vari gruppi, verte esclusivamente il soggetto, ampiamente e bellamente trattato, di un libro del Dottor Vittorio Cesa De Marchi, edito a cura della Sezione di Pordenone del Club Alpino Italiano.
Il Comm. Dott. Luigi Valsecchi, nei numeri 49 e 50 del Gazzettino Illustrato di Venezia – anno 1926 – scrive succintamente intorno all’Alpago accompagnando gli scritti con qualche illustrazione; e infine, non è da dimenticarsi l’Arciprete di Pieve Don Antonio Adami, il quale presenta ai lettori del suo Bollettino Parrocchiale del 1930 una breve Storia dell’Alpago narrata in forma semplice e piana.
Al ristretto numero di coloro che descrissero questa incantevole Regione e ne narrarono le vicende si aggiunge ora, col presente volume, il sottoscritto: the least not the last: il minimo non l’ultimo della serie, è sperabile.
Sia questo libro, con le fotoincisioni che lo corredano nel testo e fuori in maggior numero possibile, incentivo ad una ulteriore e più vasta illustrazione e descrizione della bella conca d’Alpago: l’antico Lapacum; le due decanie longobardiche; la contea dei Vescovi di Belluno e di Endrighetto Bongaio.
D. UMBERTO TRAME
Suddivisione del testo
Presentazione
di Terzo Lorenzo Barattin
Prefazione (Incontro con L’Alpago)
di Fiorello Zangrando
PARTE PRIMA
La Conca dell’Alpago nelle Dolomiti Orientali
di Umberto Trame
Appendice
PARTE SECONDA
Molti secoli di storia per diventare protagonisti
di Fiorello Zangrando
Toponomastica e dialetto Pagotto
di Giovan Battista Pellegrini
Le opere d’arte dell’Alpago
di Mauro Lucco
Le tradizioni nelle attività lavorative dell’Alpago
a cura della Biblioteca Popolare di Chies e Codenzano
Il bosco e i problemi idrogeologici dell’Alpago
di Lino Sief
Il Turismo in Alpago
di Giancarlo Bressan
Itinerari escursionistici
di Piero Fain
PARTE TERZA
L’Alpago nelle immagini
a cura della Biblioteca Popolare di Chies e Codenzano