Bob Cortina: pista ancora incerta – devastazione ambientale già sicura

Comunicato stampa del 9 ottobre 2024

A quasi otto mesi dall’inizio dei lavori per la costruzione della pista di bob di Cortina d’Ampezzo, e a soli 4 mesi dalla data di completamento in vista del collaudo e dei test preolimpici, è il momento di alcune riflessioni sullo stato dei lavori e sulle prospettive che si aprono.

In primo luogo riportiamo le recenti affermazioni del Presidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia, che ha segnalato che “siamo in anticipo sui tempi di realizzazione, è un progetto ipogeo che non si vedrà, verranno piantati nuovi 15.000 alberi”. Sul fatto che la pista sia ipogea, è tutto da vedere, al momento di ipogeo non vi è nulla, e, se verrà completata, vi saranno solo brevi tratti in galleria; tutto il resto sarà ben visibile anche da lontano, e i 10.252 alberi che verranno piantati, riusciranno a mascherare quanto realizzato solo fra una cinquantina di anni. Sul fatto poi che i lavori siano in anticipo sul cronoprogramma, nutriamo qualche dubbio, alla luce del fatto che, sulla base dei dati di progetto (quello per intenderci andato deserto), gli addetti ai lavori presenti sul cantiere, 110 secondo i responsabili, riescono a fornire non più di 3.000 giornate di lavoro al mese, sul totale di 80.240 necessarie per completare l’opera. Ad oggi, quindi, sarebbero state utilizzate non più di 24.000 giornate lavorative, cioè quasi un terzo di quelle preventivate. Se i lavori procederanno con questo ritmo, ci vorranno altri 16 mesi per completare quanto previsto.

Senza addentrarci ulteriormente nell’analisi dei lavori, rimangono alcuni aspetti particolarmente delicati che vanno dalla ventilata richiesta al CIO, secondo alcune fonti, della proroga ad ottobre 2025 per il completamento della pista, all’eventuale interessamento della Corte dei Conti per i costi dell’opera e per quelli aggiuntivi che si prospettano per le nuove strutture in corso di realizzazione, ai costi di gestione post evento, che risulterebbero superiori a quanto inizialmente indicato, in virtù dell’aggravio per l’energia elettrica in seguito alle modifiche tecniche apportate nello scambio di calore per la refrigerazione e alle entrate per il taxi bob troppo generose rispetto a quanto verosimilmente ipotizzabile.

Quel che è certo è lo scempio ambientale che si sta realizzando e che ognuno può constatare salendo sulla funivia delle Tofane. Noi ambientalisti lo avevamo giustamente preconizzato: un paesaggio devastato da trincee profonde, muraglioni di cemento, terra e fango, là dove c’erano un parco giochi e un bel bosco di larici.

09 ottobre 2024

Coordinamento Associazioni Ambientaliste Alto Bellunese